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Area Grecanica, il trekking e le sue varianti

di Francesco Manglaviti
Il trekking è una di quelle attività che non soltanto gratifica il corpo ma ricompensa anche la mente. Non è solo attività fisica, è anche, soprattutto, una filosofia di vita. E’ il metodo migliore per liberare le ansie quotidiane e deporre in un angolo le sempre crescenti negatività. Camminare, insomma, aiuta non poco a liberare la mente da stress e problemi, permettendo, di scaricare quell’energia negativa che sistematicamente si accumula durante le ore lavorative.
Riservato in passato soltanto a pochi, essenzialmente a coloro i quali praticavano attività di ricerca, il trekking conosce la sua popolarità a partire dagli anni settanta in seguito al boom economico. Si diffonde a macchia d’olio e, negli ultimi tempi, approda anche da noi con discreto successo. A praticarlo sono quasi esclusivamente gruppi di turisti stranieri attratti da un particolare ed unico interesse: l’aggregazione straordinariamente vincente tra natura-cultura. A tale nuova attrattiva ha fatto da cassa di risonanza il festival etno-musicale “Paleariza” e l’intraprendenza di alcune cooperative giovanili del posto.
Da qualche tempo l’associazione “Grecanica trekking”, attraverso l’impegno e l’abnegazione del socio promotore Totò Nicolò, contribuisce alla promozione del territorio con l’organizzazione di escursioni (completamente gratuite) nell’entroterra grecanico. La peculiarità, o se vogliamo, la variante di questo modo di fare trekking consiste in un impegno che non si limita soltanto alla stagione estiva, in concomitanza cioè della presenza di numerosi turisti, ma si protrae per tutto l’anno e si rivolge essenzialmente alla gente del posto.
Quest’ultimo elemento distintivo non è casuale. Scaturisce dal convincimento, oramai radicato nel nostro gruppo, che la preservazione e l’eventuale sviluppo di un territorio sono possibili solo quando i cittadini che vi risiedono prendono coscienza delle sue reali potenzialità. E come si fa a prenderne coscienza se gli stessi residenti questo territorio neanche lo conoscono? Sta proprio in questo il motivo del nostro impegno.
Ripercorrendo i vecchi sentieri, uno dopo l’altro, è un modo diverso ed intelligente, non solo di riappropriarci del territorio, ma anche di esercitare un minimo di controllo preventivo su un eventuale degrado che potrebbe consumarsi ad opera di ignoti sconsiderati. Operazione, questa, utile ed opportuna in quanto, quasi per paradosso, il mancato sviluppo dell’Area ci ha consegnato un territorio integro, fatto di importanti richiami storici e di una natura incontaminata. E’ nostro preciso dovere riconsegnarlo alle future generazioni, quantomeno, cosi come lo abbiamo ereditato.

“Quando la Natura decide di regalarci un’emozione da favola, è bene essere pronti ad accoglierla….”

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